Per la bonifica metapontina l’anno della svolta fu il 1948.
Nella conferenza di Parigi del luglio 1947 i paesi dell’Europa occidentale che avevano partecipato alla guerra in entrambi gli schieramenti in conflitto, approvarono l’iniziativa americana di un piano di aiuti.
Nacque così il piano ERP (European Recovery Program, Piano per la Ripresa Europea) meglio noto come “piano Marshall” dal nome del segretario di stato americano che lo aveva promosso.
Ogni governo disponeva a titolo gratuito dell’86% della somma assegnata mentre il restante 14% era a titolo di prestito. La somma utilizzata dall’Italia risultò nel 1953, a piano esaurito, di 1.578 milioni di dollari pari a 1.000 miliardi dell’epoca.
Il 15 luglio del 1948 il Consorzio trasmise un programma quinquennale di opere per l’ultimazione della bonifica metapontina incentrato sull’irrigazione di un territorio di circa 27.000 ettari nella fascia metapontina e lungo le valli fluviali, con la proposta di uno schema irriguo per l’utilizzazione delle acque dei fiumi Bradano, Agri e Sinni.
Lo schema era incentrato sulla costruzione di una diga di ritenuta sul Bradano a San Giuliano, di una traversa-diga sull’Agri a Gannano e di un’altra traversa sul Sinni a Santa Laura.
Completavano il programma irriguo i canali principali che avrebbero trasportato l’acqua, dopo decine di chilometri, nelle aree da irrigare, le opere principali di adduzione, le opere di minuta distribuzione.
Nel febbraio del 1949 il ministro dell’agricoltura Antonio Segni pose la prima pietra della traversa di Gannano, in occasione della sua visita nel comprensorio insieme ai rappresentanti della delegazione americana responsabili dell’amministrazione dei fondi del piano Marshall; nel luglio del 1950 il presidente del consiglio Alcide De Gasperi, in occasione della sua famosa visita nei Sassi di Matera, dette l’avvio ai lavori di costruzione della diga di San Giuliano; nel 1950 iniziarono anche i lavori della traversa sul Sinni.
A queste cerimonie fu sempre presente Emilio Colombo, allora sottosegretario all’agricoltura, che diventò il punto di riferimento più importante per tutte le azioni che riguardarono l’attività del Consorzio di Bonifica.
Compresa nei territori comunali di Grottole, Matera e Miglionico, sorge ad una quota di fondo alveo a 67 mt s.l.m., dove il fiume Bradano si restringe bruscamente in una gola rocciosa incisa nelle formazioni calcaree.
E’ alta 79 metri sul punto più depresso e 44 metri sul piano medio di fondazione.
La lunghezza al coronamento raggiunge i 314 metri.
La diga di San Giuliano consente un accumulo di 107 milioni di mc. d’acqua e sottende un bacino imbrifero di 1.631 chilometri. L’utilizzazione delle risorse idriche è di tipo irriguo, a servizio di una superficie irrigabile di oltre 20.000 ettari, di cui 9.200 ubicati nel limitrofo comprensorio del Consorzio di Bonifica Stornara e Tara.
Le caratteristiche costruttive sono quelle di una diga a gravità in calcestruzzo, con la parte centrale tracimabile.
Le opere di scarico sono:
– scarichi di superficie costituiti da cinque luci sfioranti, ciascuna della lunghezza di 10 mt., munite di paratoie e dimensionati per una portata massima di 1.200 mc/s:
– scarichi di fondo costituiti da due gallerie circolari regolate da due paratoie piane e dimensionati per una portata massima di 500 mc./s.
Il canale principale, lungo 31 Km., è dimensionato per una portata massima di 9 mc./sec., e si estende per 30,8 Km prima di biforcarsi in località San Marco di Bernalda nelle diramazioni di San Marco Venella e Girifalco; quest’ultima destinata ad alimentare la rete irrigua dello Stornara e Tara, in provincia di Taranto.