Dagli inizi del secolo XVIII nel territorio di Montescaglioso, come in altre aree analoghe, si sviluppano insediamenti rurali, strettamente legate all’affermarsi di una borghesia urbana sempre più attiva: medici, fiscali, avvocati, notai, massari, ed ecclesiastici secolari.
Il processo si sviluppa ulteriormente dopo la soppressione dei grandi monasteri e le leggi abolitive della feudalità. Il latifondo appartenuto al feudatario, alla chiesa ed ai monasteri, venduto a privati, forma nuove grandi proprietà su base familiare che modificano completamento la struttura produttiva dell’agricoltura.
Al centro di tali complessi patrimoniali sorgono le masserie che qualche volta sono ancora fortificate e quasi sempre non rinunciano a riprodurre in campagna modelli architettonici tipicamente urbani. Tutte la famiglie più abbienti hanno la loro masseria dotata di palazzo residenziale, ovile, cisterne e spesso anche cappella. Gli impianti più imponenti possono ricondursi a quelle famiglie che hanno potuto profittare dello smantellamento del latifondo feudale.
A Isca l’Arena, la masseria della famiglia Galante, originaria del Salento e antichi fittavoli del feudatario di Montescaglioso dal quale hanno comprato terreni e giurisdizioni feudali residue. Sulla Murgia la masseria Messina, una famiglia di origini potentine e la masseria Dalessio erette su terreni appartenuti al feudatario e all’abbazia. Ambedue le strutture, presentano ancora, sia pure con accorgimenti diversi, residui di elementi atti alla difesa attiva e passiva.
A Cannezzano, il grande complesso della famiglia Quinto costruito su terreni appartenuti al Marchese Cattaneo. Contigua alla masseria, una cappella e grandi ovili. Verso Metaponto, masseria Andriulli con caratteri squisitamente urbani: elegante palazzo affiancato dai depositi. Nelle terre di S. Canio, appartenute alla Chiesa Madre, la masseria della famiglia Fini con una chiesa e la masseria Buccico, famiglia originaria del potentino, con un grande ovile. Nella valle del Bradano le masserie dei Salinari con una cappella e dei Castrignano, anche queste erette su proprietà dell’abbazia di S. Angelo.
Testo e foto: Francesco Caputo (CEA Montescaglioso).