Riporto integralmente l’articolo comparso sul sito web di Basilicata24.
Si parla della vicenda del Pertussillo, Maurizio Bolognetti e il tenente di Bello sono stati rinviato a giudizio l’uno e condannato l’altro dal gup della Procura di Potenza. Sembra incredibile che chi ha denunciato l’inquinamento finisca egli stesso sotto processo. Non aggiungo altro, leggete l’articolo è sconcertante. La Procura di Potenza si rende ancora una volta protagonista di procedimenti “fantasiosi”, quasi a confermare l’impianto accusatorio della famosa inchiesta “toghe lucane”.
Facciamo finta che i due abbiano comunque commesso qualche reato (vengono contestati una serie infinita di vizi procedurali), è giusto che paghino ma la procura dovrebbe indagare sui responsabili dell’inquinamento stesso oltre che su chi dovrebbe controllare. Invece nulla di tutto ciò.
Credo che la Regione deve molte spiegazioni su queste questioni.
Ancora una volta parliamo della salute dei cittadini e ancora una volta sembra che interessi privati e protezione dei privilegi abbiano la meglio su tutto.
In nome del potere e del denaro ci ammazzeranno tutti. Dobbiamo resistere.
Di seguito l’articolo.
“Erano accusati di aver rivelato l’inquinamento del Lago del Pertusillo
La Procura della Repubblica di Potenza aveva accusato il Tenente della Polizia Provinciale Giuseppe Di Bello e il segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti di rivelazione di segreti d’ufficio. Avevano, nel gennaio 2010, rivelato un “decadimento delle acque dell’invaso del Pertusillo. Lo fecero sulla base di analisi effettuate su campioni prelevati dal lago.
“Quasi non ci sono parole- è il commento a caldo di Giuseppe Di Bello che aveva chiesto e ottenuto il rito abbreviato. Il tono della voce tradisce delusione e rabbia. La rabbia dignitosa e acuta di chi ha creduto fino all’ultimo nella giustizia”. “Si è voluto parlare di metodo della questione e mai di merito- dice Di Bello- Abbiamo (Bolognetti e io) fornito alla Procura documenti video dei depuratori che non funzionano che nell’invaso scaricano di tutto e di più. In altri luoghi di Italia si procede con l’arresto di chi inquina qui in Basilicata si fa l’esatto contrario”.
Raggiunto al telefono anche Maurizio Bolognetti non nasconde la sua amarezza. “Finalmente- dice con amara ironia- hanno preso i delinquenti. Dopo aver provato a farci passare per pazzi, allarmisti e terroristi sono passati a ben altri sistemi. Il mio rinvio a giudizio e la condanna del tenente di Bello sono il simbolo di una Basilicata che continua a confondere le acque. Prendo atto invece- aggiunge Bolognetti- che il signor Santochirico (all’epoca dei fatti assessore all’Ambiente) siede ancora tra i banchi del Consiglio regionale. Che altri dirigenti che non si sono accorti di quanto accadeva nei loro uffici sono stati premiati”.
E’ difficile in questi momenti non chiedersi dove stia la giustizia. “Mi chiedo a questo punto- aggiunge il segretario dei Radicali lucani- che fine abbia fatto l’indagine aperta dalla Procura di Lagonegro sull’inquinamento del Pertusillo. E se si stia indagando sul mancato funzionamento dei depuratori nell’area del Pertusillo”. Perchè nel frattempo è emerso chiaramente che Di Bello e Bolognetti, che parlavano sulla base di analisi fatte a proprie spese, non dicevano cazzate, che dunque il lago è inquinato ed eutrofizzato. Loro lo denunciarono al posto di chi avrebbe dovuto farlo perchè nelle sue funzioni. Lo denunciarono da privati cittadini e nell’interesse dei cittadini. L’acqua del lago di Pietra serve, per uso umano, la Puglia e la Basilicata.
Nota a margine. Il tenente di Bello, all’indomani della denuncia di inquinamento, fu sospeso dal servizio in via cautelare. Maurizio Bolognetti nell’imminenza dei fatti fu trattenuto in caserma dai carabinieri per alcune ore e sottoposto a perquisizione domiciliare. Gli inquirenti almeno questa volta sono stati coerenti . “Delinquenti dall’inizio alla fine”. Vergogna.”
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Cronaca Basilicata
INTERVISTA
"Contro di me una sentenza politica"
Parla il tenente della polizia Provinciale Giuseppe Di Bello
Condannato a due mesi e 20 giorni per rivelazione di segreto d'ufficio (per aver diffuso i dati sul cattivo stato di salute del lago del Pertusillo, della Diga di Montecotugno e della Camastra). Da sempre in prima linea nella denuncia di illeciti ambientali. Che indossi o meno la divisa
Si dice che le sentenze non si commentano. Lei invece vuole precisare alcune cose sulla sua condanna.
La sentenza è politica senza la benché minima ombra di dubbio. La tempestività ed i mezzi messi a disposizione di questa indagine (un inaudito spiegamento di forze) rappresenta in modo inequivocabile che si voleva raggiungere un risultato che andasse esattamente all'opposto di quanto viene sancito dalla Costituzione Italiana.
E' convinto che ci sia una violazione dei diritti costituzionali in questa sentenza?
Ci sono evidenze oggettive in tal senso. Una delle motivazioni della sentenza di condanna è il numero di persone potenzialmente indeterminato che è venuto a sapere, attraverso la pubblicazione delle analisi sul Pertusillo, su un quotidiano locale. Ora mi chiedo: cosa significa per il Palazzo di Giustizia di Potenza il termine “Interesse pubblico”, tutela della salute, dell’informazione al pubblico, alla popolazione che la sentenza definisce “collettività indiscriminata ed indistinta”? Dove starebbe la Sovranità del Popolo sancita dalla Costituzione se a questo non è dato nemmeno di conoscere elementi essenziali per la propria salute e per l'ambiente in cui vivono? Dove è finito il diritto alla salute sancito dall'articolo 32 della nostra carta costituzionale?
Affermazioni gravi le sue. Come le argomenta?
Qui si stanno mettendo in discussione i fondamentali diritti di libertà garantiti espressamente dalla Costituzione, la Sovranità dovrebbe essere esercitata in modo indiretto attraverso lo Stato apparato (la pubblica amministrazione) la cui attività non può comunque essere in contrasto con la Sovranità Popolare. E quindi quando determinate attività sono sancite dallo Stato Nazione (L. 108/2001) e da un'autorità sovra nazionale quale è l'Unione Europea (Convenzione di Aarhus) che non solo non esprime una volontà contraria alla conoscenza dei dati ambientali ma consente ai cittadini singolarmente o collettivamente di riappropriarsi e di ripristinare la legalità (difendere il proprio territorio in caso di abusi e collusioni che lo danneggerebbero). L'autorità giudiziaria invece, sin dal primo momento, dimenticandosi del principio basilare della terzietà (l'allora assessore regionale all'Ambiente consegnava direttamente nelle mani del procuratore della Repubblica di Potenza i dati e la denuncia). Fatto, questo, per carità legittimo. Quello che invece è strano è che non è stato mai preso in considerazione quanto ho dichiarato. A ciò si aggiunga che l'autorità giudiziaria si è mossa con metodi a dir poco discutibili e tempestivi per mettere a tacere voci fuori dal coro che in quel momento provavano ad esercitare il sacrosanto diritto ad una corretta informazione pubblica, e, si badi bene, lo facevano su un bene primario per eccellenza quale è l'acqua, e a seguire sulla salute e sull'ambiente. Nel leggere gli atti si capisce la precisione nell'individuazione delle responsabilità di diffusione di un atto giudiziario, contemporaneamente però quella stessa autorità non ha visto le analisi, le fotografie, i filmati (abbiamo consegnato i filmati da cui si vede che i depuratori scaricano il tal quale in acque destinate ad uso umano) e soprattutto i casi di gravi inquinamento (alga rossa e moria di migliaia di pesci) cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. Questo significa che se qualcosa la si vuole vedere la si vede se non la si vuole vedere si riesce a negare persino l'evidenza. Certo l'autorità giudiziaria non è l'unica ad aver dimostrato poco coraggio. Mancanza di coraggio e determinazione la ritroviamo anche nella classe politica lucana, infatti, mentre gli organi di stampa ed informazione ed a mezzo di questi il popolo hanno già da tempo condannato quello che è successo non ho visto la stessa determinazione da parte dell'opposizione che evidentemente non c'è o se esiste è distratta.
Una condanna con pena sospesa non è poi così grave
Si, ma se alla condanna aggiungiamo la sospensione dal lavoro per due mesi e lo spostamento ad altro ufficio...Ho chiesto di ritornare ai miei compiti e alle mie funzioni, ma non sono stato ascoltato. Adesso faccio il guardiano museale.E non sono queste le mie mansioni. Voglio tornare a fare il mio lavoro. Ma evidentemente a qualcuno do fastidio. Non mi basta indossare una divisa. Voglio riempirla di contenuti.
A chi darebbe fastidio?
A chi non vuole che io continui a fare il mio dovere. A chi vuole che certi misfatti rimangano occultati nei cassetti del potere. Del resto, e lo ribadisco, mi hanno voluto mettere “fuori gioco”. Secondo le motivazioni della sentenza io ho commesso il reato di rivelazione di segreti di ufficio dal 15.01.2010 al 28.01.2010; come ben sapete questa violazione ha poi dato origine alla condanna che stiamo commentando. Ora mi chiedo se può una condanna a 2 mesi e 20 giorni con il beneficio della non iscrizione nel casellario giudiziario ed il non luogo a procedersi in quanto incensurato, giustificare l'applicazione della misura cautelare della sospensione dal servizio di due mesi applicata dal 25 maggio 2010 al 25 luglio 2010? Le date sono importanti perché come ho detto prima il reato lo avrei commesso nella seconda quindicina del mese di gennaio 2010. Poiché non avrei potuto in alcun modo alterare le fonti di prova (elemento che giustifica l'applicazione di una misura cautelare) mi chiedo quali siano le ragioni vere alla base di questa misura cautelare e questo anche rispetto alla sentenza definitiva che lancia più di un'ombra rispetto a quella sospensione.
La questione della presenza in servizio, anche qui la sua versione non coincide con quella del giudice
Esatto. La mia versione è fondata su prove tangibili che però il giudice non ha voluto vedere. La Regione il 5 gennaio 2010 mi spedisce quei dati sullo stato di salute del Pertusillo, della diga di Montecotugno e della Camastra. Allarmato da quei valori il giorno dopo, e cioè il 6 gennaio, mi metto in macchina e vado su quegli invasi. Già a occhio mi rendo conto che c'è qualcosa che non va. C'era una schiuma bianca che galleggiava a pelo d'acqua, oltre ad un odore insopportabile. Il 7 scrivo la notizia di reato e la trasmetto alla Procura. Intanto decido, come privato cittadino fortemente convinto che l'ambiente vada difeso, di procedere ad analisi per conto mio. Ma non avendo la forza economica mi rivolgo a Maurizio Bolognetti, il leader dei radicali lucani, che mi dà il suo appoggio e si accolla le spese. E così il 21 gennaio, Bolognetti, una chimica venuta da fuori regione ed io andiamo a fare i campionamenti. Il giudice non si è nemmeno preso la briga di vedere se io durante queste operazioni fossi in orario di lavoro o a riposo. E' evidente anzi che, non essendo il giudice abituato a timbrare il cartellino, non sappia nemmeno leggere un orologio marcatempo. Così sarebbe bastato rivolgersi all'Ufficio Risorse umane per chiarire che quella “R” che riporta l'orologio marcatempo non era reperibilità ma riposo. Del resto il nostro contratto prevede che quando si è a riposo non si è reperibili. Tutto questo il giudice lo ha ignorato nonostante io avessi fornito copia conforme all'originale del cartellino orologio del mese di gennaio 2010. Il giudice invece ritiene che la giornata di non lavoro sarebbe dovuta essere contrassegnata con la “F” che però indica i festivi.
C'è una inesattezza anche su chi le avrebbe inviato i famosi dati, il 5 gennaio 2010, sul cattivo stato delle acque dei tre invasi
Siamo di fronte ad un'altra grave inesattezza. Il 5 gennaio 2010 le prime, e ripeto allarmanti analisi, mi vengono inviate dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata. Il giudice invece più volte, nella sua sentenza, cita l'Arpab. Non capisco perché nonostante su ogni pagina di quelle analisi vi sia impresso il numero di fax di provenienza che corrisponde alla Direzione Generale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata ore 18,10 del 5.1.2010 continuino a dire che quei dati mi siano stati forniti invece dall'Arpab.
Ritorniamo a bomba. E cioè che si tratti di sentenza politica
Politica al 100%. Prima che terminassero i due mesi di sospensione dal lavoro, (la misura cautelare applicata al tenente Di Bello a seguito della sua iscrizione nel registro degli indagati ndr) mi veniva notificata una lettera proveniente dalla Provincia di Potenza. Chi scriveva era un Ufficio che si era costituito pochi giorni prima ovvero l'Ufficio per i Provvedimenti Disciplinari. Bene questo ufficio mi comunicava che era stato aperto un fascicolo nei miei confronti precisando che a conclusione del procedimento amministrativo vi potevano essere da 11 giorni a 6 mesi di sospensione dal lavoro che si sarebbero aggiunti ai 2 mesi già “scontati”. Si aggiungeva che era condizione insindacabile il mio spostamento ad altro ufficio per salvaguardare l'immagine dell'Ente. Dalla data del 25 maggio del 2010 ad oggi il sottoscritto non ha mai più ripreso possesso del Distretto della Polizia provinciale di Potenza nonostante ripetute richieste di reintegro nei ruoli, compiti e funzioni di Tenente della Polizia Provinciale e questo accade nel mentre vi sono persone della stessa Amministrazione imputate in procedimenti per disastro ambientale a cui non è stato riservato lo stesso trattamento.
A chi si riferisce? Lo dica chiaramente
Mi riferisco alla vicenda Fenice. Anche se, in questo caso, parliamo di cancerogeni in falda e disastro ambientale, la Provincia non si è sentita lesa nell'immagine da chi per anni ha custodito in cassaforte dati allarmanti circa la salubrità delle acque di falda dell'area di San Nicola di Melfi. Al contrario se si trasmettono dati ai cittadini sulle analisi delle acque destinate ad uso umano invece si diventa persona non in grado di esercitare a pieno il proprio compito. Mi dica lei se tutto questo è la raffigurazione dei principi di imparzialità.
Perché non prova a lasciarsi questa storia alle spalle?
Perché amo follemente la mia terra. Se mollassi sarebbe come dare ragione a chi fino ad oggi ha utilizzato il proprio potere non nell'interesse collettivo, ma per accrescere il proprio dominio. La dignità di una persona non può essere vincolata da nessuna sentenza. E un'ultima cosa...Non indosso la divisa per apparire.
Ancora una volta non seguirò Vincenzo nella sua abitudine di trasformare ogni discussione in una sgradevole disputa. Dice che il mio commento è “incommentabile” e poi me ne dedica uno prendendolo nientemeno che da Bolognetti.
Devo pensare che se questi non avesse fatto il suo appello ad assessori, portavoce e portaborse, procuratori e cantori vari, me la sarei cavata senza pagare pegno nell’invocare a bassa voce “la celeberrima strisciante teoria del complotto contro la Basilicata”. Non mi sembra di aver invocato alcuna teoria, celeberrima o meno. Ho parlato di interventi mirati a delegittimare la classe dirigente in base, anche, ad alcune sentenze della magistratura passate in giudicato e senza identificare la Basilicata con la sua classe dirigente.
Per la bassa voce mi impegno per la prossima volta ad alzarla con un po’ di punti esclamativi, interrogativi, di sospensione, ma dubito di riuscire a raggiungere il tono di voce cui arriva Vincenzo con la sua, diciamo, scortesia.
Cosa significa che l’appello di Bolognetti è una risposta anche a ciò che avevo scritto io in precedenza?
In generale mi riferivo al fatto che la stampa è anche uno strumento di lotta politica e che quella italiana non avendo, tranne rarissimi casi, la forza economica per reggersi sulle proprie gambe è mantenuta da gruppi d’interesse e partiti a fini politici. Questo significa che esprime opinioni a partire dai fatti che decide di prendere in considerazione, non verità rivelate. Per la ricerca della verità ognuno deve assumersi in proprio il rischio di cercarla tenendo sempre presente che potrebbe sbagliarsi.
A proposito della morìa di pesci nel Pertusillo, un articolo di oggi de “La Gazzetta del Mezzogiorno” parla di un virus. Vera o falsa che sia è un’affermazione precisa e in quanto tale può essere confermata o smentita.
A mio avviso sulle questioni ambientali in una regione come la nostra andrebbe fatta una grande operazione di trasparenza cominciando con il parlarne laicamente nelle scuole e dando voce sia ai movimenti politici e d’opinione che alle istituzioni. Se non altro potrebbe servire a prendere in considerazione gli stessi elementi nella valutazione dello stato di salute del territorio e di come usarlo.
Ad esempio siamo davvero disposti a rinunciare al petrolio? Oppure petrolio sì, ma non dal mio giardino? Non sarebbe più serio fare sempre un’analisi del rapporto fra costi e benefici? Un rapporto che s’impone sempre e che varia nel tempo grazie alle sperimentazioni e ai miglioramenti che si fanno in corso d’opera. Anche i fertilizzanti, i diserbanti e i pesticidi inquinano, se ne può razionalizzare l’uso, trovarne di meno dannosi, ma credo che sia difficile rinunciarvi. Anche un carico eccessivo di bestiame al pascolo su un territorio può fare danni.
Che si fa non si coltiva né alleva più nulla o si torna ai sistemi di cento anni fa quando la gente aveva l’aria buona, ma moriva di fame, non s’intossicava col petrolio ma aveva le case nere di fumo e pativa il freddo?
Pare che l’obesità sia una patologia fra le più diffuse nella Basilicata dei nostri giorni. L’obesità il male degli americani poveri e degli ex poveri da poco arrivati al benessere alimentare. Non è una bella cosa, ma è più facile combattere questa della denutrizione e degli esiti che ne derivano.
Forse dovremmo abituarci tutti ad evitare il rischio obesità non solo nei consumi alimentari, ma in quelli di tutte le risorse che usiamo ai giorni nostri.
Denis Verdini, deputato e coordinatore PdL, sul Corriere del 2 agosto 2011
La lista delle dichiarazioni "imbarazzanti" dei politici si allunga ogni giorno.
Nessuno risponde sul merito o tace (che sarebbe meglio), tutti vanno all'attacco di fantomatiche campagne denigratorie.
Perfino l'autorevolissimo Napolitano (che per gli osservatori non-miopi ne ha fatte di fesserie nel suo mandato) attinge a piene mani dallo stupidario dei politici, invocando addirittura un'accelerazione sulla legge delle intercettazioni (il PDL ringrazia) al secolo "bavaglio".
”.......una campagna di insinuazione e sospetto sul Presidente della Repubblica e i suoi collaboratori: una campagna costruita sul nulla”
Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana - 21 Giugno 2012
sono d'accordo con Corvo.io penso sia inaccettabile colpevolizzare la stampa per una situazione così tanto banalizzata ma allo stesso tempo così tanto pericolosa per l'ambiente e per l'uomo. le conseguenze di una prolungata esposizione dell'uomo, degli animali o dell'intero ambiente agli agenti inquinanti derivanti dall'estrazione e raffinazione del petrolio sono note. i giornali purtorppo non possono riportare i reali dati riguardanti l'alta percentuale del numero di persone malate di tumore nelle zone interessate. sapete perchè? perchè i dati conosciuti (compresi quelli riportati sul sito della Regione) non sono aggiornati dal 2006.i dati riguardanti invece l'indice di inquinamento del territorio provengono invece esclusivamente da analisi fatte dall'ENI, guarda un pò! inoltre vorrei ricordare che per quanto riguarda la moria di pesci del Pertusillo un pò di tempo fa si IPOTIZZO' dipendesse dalla presenza dell'alga cornuta. in realtà le analisi furono fatte sulle carcasse di pesci già in decomposizione. di conseguenza i risultati ottenuti furono piuttosto scarsi ed insufficienti. la nostra Terra è profondamente inquinata. anche gli studi statunitensi testimoniano come il nostro territorio sia stato avvelenato in 15 anni di estrazione petrolifera; inquinamento dovuto non solo alla semplice estrazione ma anche ai fanghi (contenenti metalli pesanti con percentuali sconosciute e protette dal segreto industriale) usati per lubrificare le rocce perforate e alle immissioni fatte (mi riferisco all'idrogeno solforato) durante la prima raffinazione fatta per depurare il petrolio eliminando acqua e altri gas. le conseguenze dovute a questi agenti inquinanti trovano riscontro in studi fatti da importanti università americane. la stessa fisica e ricercatrice italiana Maria Rita D'Orsogna, docente presso la California State University, denuncia l'inquinamento lucano affermando che, secondo studi recenti, sono state ritrovate tracce di idrocarburi anche nel miele nella zona della Val D'Agri. in questi luoghi, come testimoniato da alcuni veterinari, si assiste ad aborti spontanei e alla nascita di animali con deformazioni. gli animali coinvolti sono soprattutto i vitelli (che secondo alcuni studi fatti in Canada tendono ad ammalarsi prima rispetto agli altri animali). un quadro sicuramente pietoso di una Terra che potrebbe regalare tanto. la causa è anche e soprattutto dei politici. la gestione delle zone interessate all'estrazione è di competenza regionale che amministra i rapporti regolando la concorrenza autorizzativa. un presidente di regione che, alla domanda della giornalista di Annozero che gli chiede le motivazioni della drastica diminuzione degli alunni nelle scuole di Viaggiano e di altri paesi che, come questo, usufruiscono dei "benefici" derivanti dall'oro nero, lui risponde dicendo che non è vero che le famiglie abbandonano questa terra, "è solo diminuito il numero delle nascite",sicuramente non è un buon politico.mentira davanti all'evidenza non gli fa onore. In virtù di quanto detto, apprezzando il suggestivo detto ebraico del signor Magistro, direi che la sua applicabilità sarebbe più corretta se al posto degli stolti ci mettessimo il popolo lucano che,sadicamente, segue ancora le belle storielle dei politici nostrani e si ferma nell'osservare le loro promesse, non capendo che al di la di queste (il dito) esiste una realtà ben diversa(la luna), nascosta dal colore politico con il quale preferisce coprirsi gli occhi per continuare a vivere tranquillamente la propria vita, come se nulla fosse accaduto.
Su Basilicata24 c'è l'intervento di Bolognetti su questa brutta faccenda.
Lo riporto in basso anche per rispondere al secondo commento di Cristoforo che continua a bassa voce a invocare la celeberrima strisciante teoria del complotto contro la Basilicata. Davvero incommentabile.
Dedicato ai signori assessori, portavoce e portaborse, procuratori e cantori vari
E già, ognuno ha le sue ansie e le sue priorità. C'è chi ama accorrere sempre in soccorso del potente di turno, chi è sempre più realista del re, chi scrive pensando "tengo i figli a casa", chi si fa zerbino anche quando non gli viene richiesto e chi ha un “ansia”, che poi altro non è che sete di verità. La mia "ansia" a gennaio 2010 era quella di informare e di capire. Qual'era, invece, l'ansia del dottor Grasso che parlava di “campagne diffamatorie e irresponsabili”? Qual’era l’ansia dell’avvocato Santochirico, all’epoca alla guida di un Dipartimento ambiente che in certi momenti ci ha ricordato romani “porti delle nebbie”? In quel gennaio 2010 noi eravamo, tra l’altro, impegnati a denunciare l'ennesima tornata elettorale taroccata e antidemocratica. Denunciavamo l'illegalità della campagna di raccolta firme e costringevamo la Regione Basilicata a fare dietrofront sul cambio di legge elettorale. Ma se hai a cuore il rispetto delle regole e la legalità, magari la legalità costituzionale e il rispetto di convenzioni internazionali, ti batti sempre e non a giorni alterni o quando ti conviene. Noi abbiamo convinzioni, altri solo convenienze. Spero che ai ladri di verità, di legalità e di democrazia tutto questo un giorno possa risultare chiaro.
Maurizio Bolognetti, segretario Radicali Lucani
Neppure io ho nulla contro l’enoteca e tutto ciò che riguarda la promozione del territorio e delle sue risorse. Spero anzi che sotto la direzione della docente marchigiana – mi spiace non ne ricordo il nome - di recente chiamata a redigere un piano di sviluppo turistico della regione, tale promozione venga fatta finalmente in modo meno pacchiano. Ricordo di aver letto sui giornali alcuni anni fa inserti pubblicitari a pagamento sulla Basilicata di desolante banalità e zoppicante sintassi e di essermi chiesto: a) se ero io il solo marziano che aveva da ridire; b) se gli autori di quelle cose erano così convinti della loro intoccabilità da divertirsi a sfornare cose del genere; c) se si trattava semplicemente di deficienti.
Ciò detto, non pare neppure a me che la creazione-promozione dell’enoteca sia una priorità. Certo che vengono prima il lavoro, la salute e il futuro della generazione dei trentenni.
Queste cose dovrebbero essere sempre al primo posto dell’agenda politica. Lo dovrebbero essere ancora di più in tempi come questi di disamore per la politica. A meno che, con un calcolo miope, dall’altra parte non si pensi che minore è la partecipazione meglio è per chi già ha posizioni di potere e un nucleo di sostenitori il cui peso elettorale cresce proprio in proporzione all’assenteismo della gente comune.
PS: quando parlo di comunicazione istituzionale non mi riferisco tanto agli esponenti politici che, più o meno ascoltati, la loro opinione nelle varie sedi la esprimono comunque, ma agli organi di stampa delle istituzioni e ai loro addetti che neppure provano a dimostrare che certe cose non starebbero come dice Bolognetti o chi per lui. Io penso che la libera informazione sia preziosa, temo però anche – e non ho motivi in questo caso per riferirmi a Bolognetti- che ci siano campagne di stampa che hanno tutt’altro scopo che fornire corrette informazioni.
A mio avviso, al di là dei meriti o demeriti dell’attuale classe dirigente regionale, ci sono stati interventi mirati a deleggittimarla per gestire diversamente il grande business-Basilicata. E questo, ripeto, indipendentemente dalle colpe o dai pregi dei suoi vari esponenti . Per evitare che tutto diventi un nauseante e indistinto blob in cui tutti accusano tutti, nessuno crede più a nessuno e di nulla si riesce più a venire a capo, è necessario che la politica divenga trasparente e risponda colpo su colpo in merito a ciò che le viene rimproverato.
Ricambio i saluti di Piero e di Jacobsen.
L'ennesima prova - ammesso che ce ne fosse bisogno di ulteriori - che viviamo in una regione scellerata
Noto che la giustizia lucana è efficiente quando vuole!
I casi di inquinamento e insabbiamento lucani sono numerosi. Anche in vicende gravissime che hanno coinvolto i dirigenti ARPAB nessuno ha pagato, al massimo si è avuto qualche trasferimento verso uffici e poltrone più comode. Se almeno ci fosse stato un processo anche verso chi ha inquinato!!!! E invece no... il danno e la beffa.
Solidarietà a Di Bello e Bolognetti. .... se questi sono i delinquenti speriamo di diventare presto la regione del malaffare!!!!
di questo passo, andrà a finire che i colpevoli saranno i....pesci che vanno ad inquinare la diga !
http://lagutta.bloog.it/la-potenza-della-magistratura.html
V E R G O G N A
Un detto ebraico – pare – recita: “Quando il saggio indica la luna, lo stolto guarda il dito.”Un altro arabo –dicono – rende il concetto ancora più esplicito: “Se qualcuno ti mostra la luna, è questa che devi guardare, e non il dito che la indica.”
Alla luce di questa vicenda andrebbero aggiornate.
Voglio anche aggiungere che personalmente sono convinto che su molte vicende recenti della nostra regione ci siano state campagne di stampa orchestrate a fini politici. Niente di nuovo sotto il sole: è sempre stato così, l’informazione è potere e all’interno del potere – o dei poteri – ci sono sempre state lotte ferocissime.
Ciò che mi sorprende – ma solo fino a un certo punto – è che l’informazione istituzionale sia così assente, ingessata e in definitiva inefficace nell’informare ed orientare l’opinione pubblica su molte questioni di fondamentale importanza. Eppure esiste e costa.
Volevo dire, ovviamente, che la magistratura non doveva indagare su Bolognetti e Di Bello, ma su quanto da loro denunciato.
Ribadisco la scarsa presenza ed efficacia dell'informazione istituzionale e il suo ridursi a funzioni esclusivamente celebrative.
Si conferma allora che avevo davvero capito male!
Sono contento che siamo d'accordo sul fatto che la Procura doveva indagare su altro.
Saluti
Caro Cristoforo.
Tu parli, giustamente, di mancanza di comunicazione istituzionale su argomenti di vitale importanza per la nostra regione (avrei scritto "terra" ma per rendere più istituzionale il riferimento ho usato il termine "regione"). Eppure non più tardi di 20 giorni fa a Monte si è tenuto un importante simposio, con la presenza delle istituzioni ai più alti livelli, sulla istituzione del' Enoteca Provinciale; recitava la locandina "Una risorsa per il territorio". Ora, dico io, è mai possibile che le Istituzioni tacciano su problemi che riguardano preoccupantemente la salute dei cittadini, il loro lavoro, il futuro dei giovani (e dei loro genitori) pesantemente colpiti da una crisi come non si vedeva da quasi un secolo, e a Monte si organizzino convegni o presentazioni (non so come chiamarli) sulla Enoteca Provinciale: "Una risorsa per il territorio" ???
Ora, io non ho niente contro l'Enoteca Provinciale e non me ne vogliano i politici di sinistra, di destra, di sopra o di sotto, ma personalmente avrei preferito che qualche segreteria avesse organizzato un incontro con degli esperti e rappresentanti delle istituzioni per cercare di affrontare e dare delle risposte alla situazione complessivamente drammatica della nostra terra (perdonami ma qui non ce la faccio a usare un altro termine). Come vedi la comunicazione istituzionale c'è, ma non è quella giusta, quella che serve veramente ai cittadini. Mai come in questo caso mi sento di affermare che le Istituzioni sono completamente e desolatamente (per noi) scollegate dal territorio.
Con affetto. Piero Didio
Caro Pro. Magistro,
ho letto il suo articolo un paio di volte, ma sono giunto alla frustrante conclusione di non averci capito nulla. Le faccio un paio di osservazioni, poi magari lei smentirà e confermerà la mia sensazione di non aver capito nulla. Speriamo sia davvero così.
Cosa vuol dire? Chi guarda il dito, chi guarda la luna?. Siamo forse noi gli ingenui che critichiamo e non riusciamo ad alzare lo sguardo e ci fermiamo al dito??
Quindi lei, mi pare di capire, minimizza le recenti vicende della Regione, ci dice di stare tranquilli, che tutto quello a cui assistiamo è frutto di una guerra tra stampa e politica, come qualche tempo fa per inchieste diverse ci era stato detto che era tutto dovuto a guerre di procure.
Poi lei dice che l'assente informazione istituzionale dovrebbe "orientare" i cittadini. Ciòè le istituzioni ci dovrebbero propinare rassicuranti messaggi che tutto va bene?
A mio parere in uno stato democratico le istituzioni non devono orientare i cittadini. Ma nel caso specifico, assicurare la trasparenza almeno sui dati ambientali che sono direttamente collegati alla Salute dei cittadini.
Ad ogni modo, cosa centra questo discorso con due persone che denunciano un inquinamento ambientale e vengono incriminate a loro volta?
Cosa centra con una Regione in cui la gestione dell'ambiente e della salute dei Cittadini è stata quantomeno discutibile. Possiamo, caro Prof. affermare almeno questo o dobbiamo pensare che sono suggestioni che qualcuno ci propina a causa di qualche strampalata guerra di poteri?
Era da tanto che non scrivevo...ma rimanere in silenzio su questa storia è impossibile.
In Basilicata viene condannato chi denuncia non chi commette reati. Senza parole.
Per quello che può valere la mia solidarietà a Bolognetti e Di Bello.
Un ringraziamento in particolare al Segretario dei Radicali Lucani Bolognetti che con il suo instancabile lavoro supplisce ad una società civile spesso distratta o forzatamente in silenzio.
Credo che abbiamo parlato abbastanza.
Dobbiamo cominciare ad agire.
Il punto di partenza è chiedere espressamente uno screening completo dello stato di degrado del territorio.
Dighe, fiumi, mari, falde acquifere.....
Mi chiedo, se in Italia esiste l'obbligatorietà dell'azione penale come fanno i pubblici ministeri a non aprire un fascicolo su questa storia dopo che sono note a tutti oramai le celeberrime "notizie di reato" che dovrebbero mettere in moto la macchina giudiziaria?
Sono allibito.
Muoviamoci, altrimenti moriremo come mosche!
Ti basti guardare le foto dell alluvione 1 marzo x farti un idea di cosa nn è presente nei letti del fiume bradano ... ma poi stiamo parlando dello stesso pertusillo che irriga i campi della costa jonica lucana ? fragole arancie ortaggi e quanto altro ? allora ora capisco che sono prodotti DOC .
Qualche tempo fa, rispondendo a un post sullo stesso argomento, mi chiedevo cosa stesse facendo la magistratura lucana. Adesso lo sappiamo, stava processando i denuncianti. I due potrebbero anche avere commesso dei reati (quali?) ma dove sono le indagini sull'inquinamento??
Non si finisce mai d'imparare.
Queste cose ti lasciano senza parole...
Mi chiedo... quando la gente lucana si sveglierà dalla dipendenza di questi che giocano anche con la nostra (e la loro) salute?
speriamo che almeno i giovani elettori capiscano...
Mi piacerebbe sentire il commento di qualche 20enne frequentatore di monte.net...