Dopo gli auguri di buon 1992 dati alla cittadinanza il 31 dicembre scorso, Montescaglioso si ritrova a celebrare l’anniversario della vittoria della guerra del 15-18, nella giornata che invece dovrebbe essere dedicata alla liberazione dalle forze nazifasciste del 25 aprile del 45.
Il corteo con autorità e forze combattentistiche in testa si è mosso dalla casa comunale per recarsi in chiesa e successivamente a deporre la corona al monumento ai caduti con la banda che suonava allegre marcette seguita da un muto corteo multicolore dove non mancava proprio nessuno, ex comunisti e ex fascisti a braccetto. Il clou della serata quando in piazza del popolo le note del Piave hanno accompagnato la deposizione della corona.
Finalmente tutti insieme, riconciliazione è fatta.
Unica nota stonata il solito pazzo fuori dai tempo che ha intonato “BELLA CIAO” tra gli sguardi divertiti degli (ex) Fascisti e quelli imbarazzati degli (ex) comunisti a ricordare solo a stesso che il 25 Aprile è il giorno in cui noi tutti dovremmo rinnovare il nostro impegno per la libertà e la democrazia di una nazione che grazie al sangue versato da migliaia di Partigiani e delle forze alleate oggi tutti possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero.
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Ricordo al Sig. TM che la prassi, seguita tra l'altro a livello istituzionale (su you tube è presente il video della deposizione della "corona" da parte del Presidente della Repubblica al Vittoriano in occasione del 25 aprile), prevede l'esecuzione del Piave, del Silenzio e dell'Inno di Mameli. Lo so che l'esecuzione del Piave va contro ogni criterio storico e cronologio in questa occasione, ma la prassi è prassi (soprattutto quando gli organizzatori della manifestazione non danno disposizioni ben specifiche alla banda).
Lei,come altri montesi che hanno pronunziato frasi del tipo - "Possibile che la banda di Montescaglioso non sappia suonare Bella Ciao?" - avrebbe preferito l'esecuzione di quella canzone in occasione della deposizione e nel corso del corteo?
Personalmente credo che Bella Ciao, col passare del tempo, abbia perso il suo vero valore storico-rievocativo e al pari di altri inni si sia tinta di un colore ben specifico. Un ricorrenza così importante come il 25 aprile dovrebbe essere, come ha detto bene Lei, per descrivere il corteo, multicolore e non monocolore.
Ben vengano allora le "allegre marcette" incolori.
Cordialmente
Un cittadino montese
Carissimo mio concittadino, avrei preferito che il mio interlocutore avesse un nome e cognome ma va bene lo stesso. forse per Lei Bella Ciao può essere un canto obsoleto, privo di alcun significato attuale e che si sia tinto di un colore ben definito, per me e tanti altri, ultimamente sempre più giovani, rimane il canto di coloro che credono che oggi più di ieri è necessario resistere. Multicolore? certo. La resistenza non può essere una esclusiva dei soli comunisti, migliaia di cattolici, socialisti, liberali, repubblicani e gente senza alcun credo politico, hanno dato la vita per regalarci la libertà dalla dittatura, come non può essere inquinata dai tanti tentativi di revisionismo storico di coloro che in tutti i modi vogliono farci credere che il fascismo sia stato solo una piccola parentesi priva di alcuna importanza.
Restano le leggi razziali, le deportazioni degli ebrei, le guerre colonialiste i cui danni ancora paghiamo ogni volta che facciamo la dichiarazione dei redditi o il pieno di benzina, i cippi delle fosse Ardeatine e i tanti sparsi nelle campagne dell'Italia a ricordarci i giovani ventenni fucilati perchè rei di inseguire ideali di libertà.
Resistere oggi vuol dire tutto questo, non dimenticare affinchè nessuno domani ci possa privare nuovamente del bene più grande della vita dell'uomo.
Lei ha ragione caro Concittadino, fin'anche la prassi delle massime istituzioni si è conformata a questo nuovo look che si vuole imporre al 25 Aprile, lo stesso tg1 aprendo i servizi del telegiornale ha esordito definendo il 25 Aprile la giornata della unificazione nazionale e non quella della Liberazione, ma se loro vogliono confondere le acque nella speranza che tutto passa in sordina, i veri democratici hanno il dovere morale di riportare il tutto nei suoi giusti binari.
Una nuova dittatura si sta instaurando nel Mondo ed in Europa in particolare, quella delle banche e degli intermediari finanziari. Non passa giorno in cui i diritti sanciti dalla nostra Costituzione non vengano elusi o calpestati, una nuova forma di fascismo si fa strada e rode come un fiume in piena le sponde della democrazia e della dignità degli uomini. Questa nuova minaccia è possibile oggi perchè negli anni hanno fatto un certosino intervento di demolizione dei valori che i nostri padri costituenti ci avevano tramandato. Solidarietà, fratellanza. amore per il prossimo e per i beni comuni di tutti noi hanno perso qualunque significato, uomini si uccidono stritolati dalla morsa della disperazione e della solitudine nella più totale indifferenza mentre milioni di italiani rimangono imbambolati, attaccati al piccolo schermo, intrappolati nella logica del grande fratello o dell'isola dei famosi, e anziani sempre più affamati rovistano nei cassonetti dei rifiuti alla ricerca di scarti di cicorie per farsi una minestra.
Il fascismo è questo, si è già impadronito delle nostre vite come allora, e come allora ci rende schiavi della nostra stessa indifferenza.
Odio l'indifferenza per questo sono partigiano diceva Antonio Gramsci, e chi lotta può perdere ma chi non lotta ha già perso ribadiva Ernesto Guevara, Bella Ciao è tutto questo: essere partigiani per combattere l'indifferenza, e non rinunciare a lottare per non essere perdenti in partenza.
Tonino Ditaranto
Sig. Ditaranto, avrei preferito che queste sue considerazioni, in larga parte condivisibili (eccezion fatta per l'uso che fa del termine fascismo per indicare genericamente il sistema nel quale viviamo: il fascismo era ben altra cosa!), fossero state espresse al posto del simpatico racconto che ha fatto della cerimonia commemorativa del 25 aprile.
Le dico solo, in conclusione, che mi è dispiaciuto che Lei abbia usato l'episodio "clou" dell'esecuzione del Piave per muovere la sua critica nei confronti degli (ex) fascisti e comunisti della politica montese. Soffermarsi su dettagli del genere, ripeto, significa fare sterili polemiche.
Vede sig. Punto di vista, non ho nulla ne nei confronti della banda di Monte che ha tutti i miei apprezzamenti, ne nei confronti del Piave che in egual misura come anche l'Inno di Mameli suscita in me emozioni molto forti di legami profondi della nostra Patria. Stupito che un comunista possa pronunciare parole come Patria? io no, amo l'Italia come amo la nostra Lucania.
Il mio riferimento al piave era naturalmente solo per riportare il contesto, mentre se ho cantato Bella Ciao l'ho fatto soprattutto per ricordare a tanti miei ex compagni (imbarazzati) che la resistenza non è un valore che si compra al supermercato come un qualuque usa e getta.
Opinioni diverse sull'attuale sistema? naturalmente, Quello che per tanti può essere una semplice evoluzione della società per me è un vero e proprio ritorno al fascismo.