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Quando si è abituati a leggere storie, avventure, avvenimenti, veri o inventati che siano, ambientati nei più disparati posti del mondo, fa uno strano effetto leggere storie che si sviluppano nei luoghi delle nostre radici, sentire descrivere paesaggi noti all’occhio e al cuore, così come familiari sono i detti e modi di dire.
Ma dire di aver apprezzato il libro “Mille anni che sto qui” per ragioni semplicemente affettive sarebbe fare grande torto ad un notevole racconto, la storia corale lunga un secolo di una famiglia di Grottole, che qui si sviluppa ma che si proietta anche lontano, nelle varie generazioni.
Una storia che passa attraverso l’Unità d’Italia, il brigantaggio, le 2 grandi guerre, la povertà e la ricchezza, l’emigrazione oltre-oceano, la distribuzione delle terre, Giuseppe Novello, gli anni della contestazione e quelli di piombo, il crollo del muro di Berlino.
Una narrazione avvincente e a volte fatata , sospesa fra “La casa degli spiriti” e “Cent’anni di solitudine”, ma con il richiamo irresistibile di non dover semplicemente immaginare i luoghi, ma poterli riconoscere.
Un libro che sento caldamente di consigliare, soldi ben spesi, ve l’assicuro.
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Complimenti alla nostra conterranea:
http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=1272065&Sectionid=6&Editionid=5
..qualche giorno fa parlavo con mio zio proprio di questo libro.. vedi che coincidenza! Anche lui ne parla benissimo..ora sono ancora più decisa a comprarlo.. :-)