Nell’epoca dei social network e del print-on-demand, ha senso pubblicare un blog?
Lasciamo rispondere agli stessi autori:
Per noi, ha senso. Valorizzare la cultura locale, dar voce alle cose mai dette, ripetute nella testa come una asfittica litania “della lamentazione”: vogliamo con una immagine, un testo, proporre una riflessione con il fragore dell’urlo del sole (in omaggio a Leonardo Sinisgalli, ingegnere, poeta, ideatore di riviste e promotore della cultura, del design e dell’arte).
Per noi, ha senso. Dichiarare il nostro atto d’amore a questa terra di confine, a questa periferia culturale, condividerlo (in rete, per adesso), costruire un archivio di materiali, prodotti/raccolti nel tempo, raccordarli, ordinarli, lavorare sulla memoria e sull’identità per provare a ripartire, costruendo la nostra idea del mondo.
Ri-partire da dove? Da una regione che si trascina stanca, da troppo tempo, senza prospettiva, dove le idee del futuro e dei giovani si disperdono negli acronimi che la politica s’inventa ma che nascondono il solito sterile assistenzialismo di clientela: se in questi anni è successo, è cambiato qualcosa, non ce ne siamo accorti. Forse dormivamo, nella controra pomeridiana.
“Nella controra pomeridiana il gallo dall’alto del fumaiolo gridava l’inizio del vespero estivo. […] La nostra infanzia era piena di quell’urlo che apriva il giorno con fragore e che noi credevamo fosse davvero l’urlo del sole”
(Leonardo Sinisgalli, Gallo reale)
Riappropriarci con pari continuità di quel fragore, di quella semplicità che è poi la semplicità della bellezza, è l’unico modo che conosciamo per salvarci la vita. Per dare un senso alle cose, per deviare il flusso che trascina questo nostro tempo verso il baratro.
L’urlo del sole:
Mauro Bubbico, designer; Gaetano Caivano, webmaster; Domenico D’Ambrosio, musicista; Rachele Giosa, docente precaria; Peppe Lomonaco, scrittore; Franco Mazzoccoli, appassionato e storico del cinema; Giancarlo Riviezzi, uno che scrive; Michele Santarsiere, artigiano dell’immagine.